Teatro

'¡Ay, Carmela!' in replica davanti a Josè Sanchis Sinisterra alla 'Paolo Grassi'

'¡Ay, Carmela!' in replica davanti a Josè Sanchis Sinisterra alla 'Paolo Grassi'

"¡Ay, Carmela!" lo spettacolo teatrale realizzato con successo dagli allievi della scuola “Paolo Grassi” di Milano e che è stato allestito anche al di fuori di contesti accademici, verrà replicato lunedì 28 gennaio, alle ore 20:00, presso la Sala Prove della Scuola "Paolo Grassi" a Milano alla presenza dell’autore, il drammaturgo spagnolo José Sanchis Sinisterra.
La pièce, liberamente tratta dal testo del celebre autore iberico, è interpretata da Maria Concetta Gravagno e Luca Mammoli, rispettivamente nei ruoli di Carmela e Paolino, ed è diretta da Manuel Renga.

Questo interessante allestimento (non molto distante dal valore artistico di tante altre produzioni in circolazione realizzate da compagnie professioniste in circuito da anni) ha debuttato il 23 maggio 2012, presso la Scuola "Paolo Grassi" (poi replicato il 24 e il 28 dello stesso mese) in qualità di saggio degli allievi del II anno, coordinati da Tatiana Olear, ed ha avuto così successo da aver poi effettuato varie repliche nei mesi scorsi tra Milano e Reggio Emilia e da entrare a far parte di cartelloni di prossime stagioni teatrali, come quello di Scigherateatro a Milano, dal titolo "Le brume della ribalta 2013" (che verrà inaugurato il prossimo 30 gennaio da "120 chili di jazz" di e con Cèsar Brie) in cui è in programma il prossimo 20 febbraio.
La cosa interessante riguardo alla replica prevista per lunedì prossimo, 28 gennaio, è che verrà realizzata alla presenza dell'autore, il celebre drammaturgo, regista, e docente di teatro Josè Sanchis Sinisterra.

¡Ay, Carmela!” è stata scritta dal noto autore spagnolo nel 1986 e, dal momento del suo debutto, a Saragozza, diretta da Josè Luis Gomez, l’anno successivo, è subito diventata un caso, cioè il più spettacolare successo teatrale del mondo di lingua spagnola degli ultimi 20 anni, con riallestimenti sia nei Paesi ispanici che in Europa e con varie versioni cinematografiche (tra cui il celebre film diretto da Carlos Saura, nel 1990, con Carmen Maura nel ruolo di Carmela e Andrès Pajares in quello di Paulino, entrambi premiati con l’importante Premio Goya come miglior attori); il testo è stato tradotto in almeno 7 lingue.
Altri riconoscimenti per questo lavoro sono arrivati a Josè Sanchis Sinisterra sottoforma di premio; infatti, proprio per "¡Ay, Carmela!" nel 1999 il drammaturgo ha vinto uno dei prestigiosi Premi Max de las Artes Escènicas (istituito dalla Sociedad General de Autores y Editores e che all’epoca era alla sua seconda edizione), come Miglior autore teatrale in lingua castigliana, cioè uno dei più importanti premi del teatro conferiti in terra spagnola (e che corrisponde più o meno al Premio Molière in Francia, al Premio Olivier in Gran Bretagna e ai Tony Awards di Broadway in USA). Per lo stesso testo, Sanchis Sinisterra è stato tra i finalisti del 2008.

I lavori di Sanchis Sinisterra presentano una caratteristica e dinamica unione tra storia, tradizione e linee drammatiche contemporanee, incrociando spesso i confini tra il genere narrativo e quello teatrale, creando drammaturgie proprio a partire da autori letterari. La sperimentazione e la ricerca, nelle sue opere, sono importanti e presenti in maniera costante.

La pièce “¡Ay, Carmela!” è ambientata durante la guerra civile spagnola, nel 1938. Racconta la storia di due artisti, Carmela, danzatrice di flamenco, e Paolino, tenore di zarzuela, che dopo il matrimonio girano tutta la Spagna portando il proprio spettacolo nei teatri e nelle piazze.
La guerra però rovina i loro piani, per cui si ritrovano a dover passare da una città all’altra, soli, con costumi e scene che vanno via via logorandosi e perdendosi, a cercare feste e gruppi di miliziani da intrattenere, senza per questo perdere il loro spirito e la voglia di lavorare.
Una mattina per sbaglio, mentre cercavano ingaggi secondo Paolino, mentre andavano a comprare sanguinacci secondo Carmela, oltrepassano la linea di confine fra nazionalisti e repubblicani e vengono arrestati.
Dopo l’interrogatorio, vengono costretti a realizzare in pochissimo tempo una serata di spettacolo, per la truppa, alla quale assisterà anche un gruppo di miliziani internazionali repubblicani, condannati alla fucilazione il giorno dopo...

La Guerra Civile Spagnola è stato uno dei capitoli più neri della storia del Paese iberico. Iniziò con un tentativo di colpo di stato, nel luglio 1936, ad opera del Generale Francisco Franco (che sosteneva Primo de Rivera e il suo movimento filo-fascista) contro il governo repubblicano (da pochi anni succeduto alla dittatura di Miguel Primo de Rivera, padre di Primo de Rivera, durata dal 1923 al 1931). In risposta al colpo di stato, i principali sindacati organizzarono uno sciopero nazionale e crebbero delle lotte di classe in tutto il Paese che portarono alla guerra civile.
Franco era un nazionalista estremo che incoraggiò rudi operazioni militari che comprendevano torture e omicidi. Durante i 3 anni di guerra persero la vita circa 500.000 persone, molti dei quali erano civili. Volontari da oltre 50 Paesi appoggiarono entrambi i lati in guerra; Hitler e Mussolini fornirono moltissimi uomini, armi e consigli al Generale Franco. La guerra finì il 31 marzo 1939 quando Franco dichiarò la vittoria nazionalista, dando inizio ai suoi 36 anni di dittatura.

Si legge così in una nota divulgata dalla Scuola “Paolo Grassi” riguardo l'allestimento di “¡Ay, Carmela!”:
<< Il testo è una riflessione sul significato della morte, della morte come gesto eroico e della morte come mezzo di redenzione per il comportamento tenuto in vita.
La scelta fra la vita e la morte condizionerà completamente il comportamento dei due protagonisti dello spettacolo. Una scelta che bene si presenta allo spettatore come un continuo passaggio dalla risata alla commozione alla rabbia, soprattutto se mentre si lascia trasportare dalla poesia ogni tanto si ricorda che i fatti raccontati potrebbero essere successi realmente, anzi sicuramente sono successi e chissà quante volte.
[…]
La scena dello spettacolo [ad opera di Roberto Manzotti, Alice Capoani e Mattia Franco, ndr], completamente in bianco, tranne pochi elementi, vede la coesistenza di proiezioni, e pochi elementi scenici strutturali, che con i costumi degli attori [ad opera di Enza Bianchini e Nunzia Lazzaro, ndr] saranno anche schermo per le proiezioni stesse.
L’ambiente in cui originariamente era ambientato lo spettacolo è quello di un teatro vuoto, lo stesso dove i due personaggi hanno cantato e ballato. Un luogo chiuso, che ripara in qualche modo Carmela e Paolino dall’orrore che invece si scatena all’esterno, quello delle fucilazioni, delle morti nascoste, delle trincee della guerra civile fratricida, un luogo dove però con l’ingresso dei due artisti, filtrano le ombre dei fantasmi della guerra.
Il lavoro svolto con le proiezioni può essere considerato un copione che corre parallelo al testo, che porta fuori la guerra interiore dei personaggi, nascosta abilmente dall’autore e dall’adattamento dietro allegri duetti d’operetta e intensi e passionali paso doble. >>

Aggiungo solo che le emozioni dello spettacolo (che io già ho visto il 28 maggio scorso) variano e sono rappresentate dai colori in scena: dall’apparente freddezza di fronte ai fatti che accadono, data anche dal contrasto dei colori bianco e nero, all’apparente energia infuocata della vita che scorre e che deve andare avanti, data dal contrasto nero-rosso, all’apparente serenità ed allegria dello spettacolo, data dal contrasto bianco-rosso. Uno spettacolo, quindi, che resta impresso e commuove.

Le musiche che fanno da accompagnamento musicale allo spettacolo e le canzoni che vengono eseguite dal vivo dagli attori (a cominciare dalla famosa "El ejèrcito del Ebro", meglio conosciuta in italiano come "Viva la Quinta Brigata") sono state adattate da canzoni tradizionali della zarzuela o del flamenco spagnolo ad opera di Emanuele de Checchi e Silvia Girardi, insegnanti di musica, pianoforte e canto corale alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi”.

Lo spettacolo si terrà presso la Sala Prove di "Milano Teatro Scuola Paolo Grassi", via Salasco, 4 - Milano.
L'ingresso è libero, ma è obbligatoria la prenotazione al numero 02/9715258